Storia della parola Marijuana

Storia della Parola “Marijuana”: Origini, Differenze con la Canapa e Demonizzazione

La parola “marijuana” oggi è universalmente associata alla cannabis a uso ricreativo, spesso circondata da dibattiti, pregiudizi e normative restrittive. Ma da dove viene questo termine? Quali sono le differenze tra canapa e marijuana? E perché, nel corso del Novecento, la parola è stata usata per demonizzare una pianta coltivata da millenni?

Origine della Parola “Marijuana”

Il termine “marijuana” ha origini complesse e, in parte, controverse. Non è un nome scientifico: quello è Cannabis sativa. “Marijuana” è una parola di origine messicana, probabilmente derivata da marihuana o mariguana, termini utilizzati nella cultura popolare messicana per descrivere la pianta con effetti psicoattivi.

Alcuni studiosi ipotizzano che il termine derivi dall’unione di due nomi propri spagnoli comuni, Maria e Juana (Maria Giovanna), come forma gergale. Altri suggeriscono possibili radici africane o cinesi, portate nel continente americano attraverso i movimenti migratori e la tratta degli schiavi. Tuttavia, è certo che fu negli Stati Uniti, all’inizio del XX secolo, che il termine “marijuana” divenne uno strumento politico e culturale per allontanare l’opinione pubblica dalla ben più neutra parola “cannabis”.

Canapa vs Marijuana: Qual è la Differenza?

Storia della parola Marijuana

Sebbene canapa (hemp) e marijuana derivino entrambe dalla specie Cannabis sativa, le differenze tra le due piante risiedono principalmente nell’uso, nella composizione chimica e nella percezione sociale.

  • Canapa: varietà di cannabis coltivata per usi industriali (tessili, edili, alimentari, cosmetici). Contiene bassissime percentuali di THC (tetraidrocannabinolo), il composto psicoattivo responsabile dell’effetto “sballo”.

  • Marijuana: varietà coltivate per scopi ricreativi o medici, con livelli di THC elevati. L’uso della parola “marijuana” tende a enfatizzare l’aspetto psicoattivo e spesso è usata in contesti legislativi o proibizionisti.

In sostanza, canapa e marijuana sono la stessa pianta a livello tassonomico, ma la distinzione viene fatta per motivi legali e culturali, basata sulla concentrazione di THC.

La Demonizzazione della Marijuana

La canapa è un bene di prima necessità per il benessere e la protezione del paese. thomas jefferson

La demonizzazione della marijuana ebbe origine negli Stati Uniti nei primi decenni del Novecento. Dopo la rivoluzione messicana del 1910, molti immigrati messicani portarono con sé l’uso tradizionale della cannabis. In un contesto di forte xenofobia e tensioni razziali, le autorità americane associarono l’uso della “marijuana” a comportamenti devianti, criminalità e minoranze etniche.

Il termine “marijuana” fu volutamente usato dai media e nei testi legislativi per sfruttare l’esotismo e alimentare la paura: suonava straniero, minaccioso, diverso. Questo culminò nel Marihuana Tax Act del 1937, che di fatto vietò la cannabis negli Stati Uniti, segnando l’inizio di una lunga guerra globale contro la pianta, poi rafforzata dalla “War on Drugs” degli anni ’70.

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Interessi Economici e Politica: Perché Vietare una Pianta così Utile?

Il divieto della cannabis, e in particolare della canapa industriale, non si basò esclusivamente su questioni sanitarie o morali, ma fu fortemente influenzato da interessi economici e dinamiche politiche.

Negli anni ’30, la canapa era ancora una materia prima preziosa: veniva usata per produrre corde, carta, tessuti, olio, materiali da costruzione e persino carburante. Tuttavia, la sua versatilità la rendeva una minaccia per alcuni settori industriali emergenti.

Grandi magnati dell’epoca, come William Randolph Hearst (editore di giornali e proprietario di vaste piantagioni di alberi per carta) e Andrew Mellon (banchiere con interessi nella nascente industria petrolchimica), avevano molto da guadagnare eliminando la concorrenza della canapa. Anche DuPont, che stava brevettando il nylon e altre fibre sintetiche, vedeva nella canapa un ostacolo al proprio monopolio.

Attraverso campagne mediatiche sensazionalistiche e sfruttando l’associazione tra cannabis e minoranze razziali, questi interessi spinsero per l’approvazione del Marihuana Tax Act del 1937, che di fatto criminalizzò anche la coltivazione della canapa, nonostante le sue applicazioni industriali non avessero nulla a che vedere con l’uso psicoattivo della pianta.

Questa mossa, oggi vista da molti storici come una manovra di lobby industriale mascherata da riforma morale, cancellò secoli di utilizzo della canapa, con gravi ripercussioni economiche, ambientali e sociali, che subiamo ancora oggi!

Storia della parola Marijuana

Conclusione

La parola “marijuana” non è neutra: porta con sé un’eredità storica fatta di razzismo, disinformazione e strategie politiche. Comprendere le sue origini, distinguere tra marijuana e canapa, e contestualizzare la sua demonizzazione è un passo fondamentale per affrontare oggi, con maggiore consapevolezza, il dibattito su cannabis, legalizzazione e politiche pubbliche.

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