Nel 98′ Salvini era a favore della legalizzazione delle droghe leggere?

Sì, nel 1998 Matteo Salvini – allora poco più che ventenne e attivista nel movimento dei “Comunisti Padani” – espresse posizioni a favore della legalizzazione delle droghe leggere. In un’intervista al giornale Il Sole delle Alpi, affermò:

«Noi ci rapportiamo alle tematiche classiche della sinistra, dalla forte presenza statale alla liberalizzazione delle droghe leggere»

Matteo Salvini al tempo dei Comunisti Padani

A quei tempi Salvini aveva appena terminato una delle sue prime esperienze politiche come consigliere comunale sotto la giunta Formentini. Nel 1994, in qualità di consigliere, pronunciò il suo primo discorso pubblico: prese posizione a difesa del centro sociale Leoncavallo, il cui sgombero era stato disposto dal sindaco leghista Marco Formentini.

In epoca ben più recente, nel 2014, nel corso di un dibattito avvenuto alla trasmissione Coffee Break su La7 si disse aperto ad una discussione sulla Legalizzazione: “Parliamone”

Dal 2015 in poi, la sua posizione si è radicalmente inasprita: si è dichiarato contrario alla liberalizzazione delle droghe leggere, equiparando tali sostanze a problematiche di ordine pubblico e schierandosi contro i cannabis shop.

Salvini e le droghe leggere: da attivista a proibizionista

Ormai sono i dati a dirci che il proibizionismo ha sempre fallito tutte le sue battaglie: droghe, alcol, prostituzione. Proibire non è mai la risposta. Bisogna innanzitutto educare, ma prima di farlo bisogna informarsi.

Le droghe non sono tutte uguali.

Diffondere il messaggio opposto, mettendo sullo stesso piano cannabis, eroina, cocaina, anfetamine, ecc., significherebbe passare ad adolescenti e ragazzi un messaggio sbagliato e pericoloso, ovvero che una vale l’altra.

Secondo l’Istituto di Fisiologia clinica del Cnr di Pisa, in Italia 1 studente su 4 (580 mila) ha fumato una “canna” almeno una volta nella vita. Quelli stessi studenti pensano che l’effetto e le conseguenze della cannabis non siano poi così pericolosi (affermazione supportata da dati reali). Il problema sorge perché se gli insegniamo che le droghe sono tutte uguali, questi ragazzi potrebbero pensare che anche le altre non siano pericolose.

Per questo è fondamentale distinguere e informare, come sosteneva il Dottor Veronesi, medico oncologo ed ex direttore dell’Istituto Europeo di oncologia, scomparso nel 2016.

È certamente vero che Matteo Salvini ha espresso nel tempo posizioni molto diverse – e in tanti casi contraddittorie – su vari temi. Questa tendenza gli ha valso l’etichetta di “opportunista politico”.

Nel caso di Salvini, molte delle inversioni di rotta sono strategiche, mirate a intercettare l’umore dell’elettorato del momento. Un esempio lampante è proprio il tema delle droghe leggere: da giovane attivista antiproibizionista a ministro dell’interno che chiude i cannabis shop.

Ciò dimostra come, in molti casi, le posizioni politiche non rispecchino reali convinzioni personali, ma siano piuttosto il risultato di calcoli elettorali e strategie di carriera!

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