Da cosa deriva il termine marijuana?
Qual’è la differenza tra canapa e marijuana?
Senza perderci nel labirinto della tassonomia vegetale, per essere pragmatici al massimo parliamo di canapa (legale) se non contiene affatto o quasi affatto il principio psicoattivo THC, e di marijuana (illegale) se lo contiene.
Ma mentre la canapa è compagna degli italici suoli da millenni, l’infiorescenza psicoattiva lo è da molto meno, e la parola marijuana ancora da minor tempo.
Ci è giunta infatti dall’americano nel secondo dopoguerra.
Come è arrivata la marijuana agli USA?
Dal messicano marihuana a fine Ottocento. Anche lì la canapa era coltivata almeno dai tempi delle caravelle di Colombo che l’avevano usata con generosità per vele, reti e cordami. Tracce in alcune mummie suggeriscono che fosse presente nel continente sin da prima.
Negli USA la pianta era ampiamente coltivata sin dai primi del Seicento per la sua versatilità e resistenza. Addirittura, quando il paese era una colonia inglese, in alcuni stati ne era obbligatoria la coltivazione per produrre materiali per la marina britannica, e con la canapa si potevano pagare le tasse. Persino George Washington e Thomas Jefferson la crescevano nelle proprie piantagioni …. Non di persona, ovviamente (anzi, Washington aveva degli schiavi nelle proprie piantagioni- ma questa è un’altra storia).
Jefferson di persona inventò pure una macchina per trarre più facilmente la fibra tessile dagli steli di canapa.
La cannabis era poco usata, invece, come droga: prima del ‘900, i riferimenti alla cannabis erano quasi esclusivamente sull’uso medico o tessile, pochissimo su quello ricreativo.
I messicani e la marijuana
Con l’arrivo massiccio dei messicani dopo il 1910, crebbe la “Mexicofobia” (nello stesso periodo rampava anche il razzismo verso i numerosi immigrati italiani e cinesi, tra gli altri, ma anche questa è un’altra storia). I messicani fumavano regolarmente marijuana, e venivano percepiti come bassi, scuri, proni a delinquere (come noi italiani!), “bassi d’intelligenza” (“low mentally”) per via di condizioni sociali e razziali”: sono parole di un giornalista ripetute nel 1937 davanti al Congresso da Henry Anslinger, presidente della US Narcotics Commission. Per una peculiare proprietà socio-transitiva, si dedusse che siccome Messicani = marijuana e Messicani = crimini, doveva essere vero che marijuana = crimini.
Gli USA si affrettarono quindi a passare leggi federali che prima imposero tasse pesantissime sul commercio di canapa, poi vietarono il possesso e l’uso della marijuana. E siccome quando fanno le cose, le fanno senza lesinare mezzi e creatività, nel giro di pochi anni riuscirono a creare una vera e propria psicosi verso la marijuana, con tanto di poster e film di propaganda. Si moltiplicarono i sinonimi per definirla (forse più numerosi che per qualsiasi altra droga): reefer, pot, weed, hashish, dope, ganja, bud,e molti altri. La marijuana venne accusata tra le altre cose di far diventare violenti e “blood thirsty” (assetati di sangue) i giovani, di rendere lascive e peccaminose le brave ragazze, di indurre il coma e poi la follia certa, di scatenare le passioni più incontrollate, di essere “l’erba del demonio”, “assassina della gioventù” e di produrre “adolescenti schiavi”.
Una semplice ricerca per immagini con le parole-chiave “propaganda against marijuana” oppure “anti-marijuana propaganda/campaign” produrrà degli esempi molto “godibili” della demonizzazione della marijuana. (qui potresti mettere il link attivo alla pagina di google con queste immagini trovate con le parole-chiave di cui sopra)
La cosa “buffa” è che la psicosi e la demonizzazione pubblica della marijuana erano iniziate in Messico decenni prima del 1900.
Quindi ricapitolando, a noi dall’americano, all’americano dallo spagnolo messicano. E allo spagnolo messicano?
Non si sa per certo. Qualcuno ipotizza che sia la una crasi dei nomi Maria e Juana, molto comuni nelle comunità spagnole dell’America Latina.
Altri suggeriscono che possa derivare dalle parole nàhuatl “malli” (“erba che si tesse”) e “huana” (ubriaco, alterato nel corpo e nella mente”). Il nàhuatl era una lingua uto-azteca parlata negli attuali Nevada, Colorado, Utah.
Qualcuno sostiene invece che marijuana derivi dal cinese má (麻), che è stata la prima parola attestata nel mondo per “canapa” (2700 a.C.) + huā (花), “fiore”, “infiorescenza”; le prime tracce certe della coltivazione di canapa si trovano a Taiwan.
Da ultimo, la parola potrebbe essere arrivata al brasiliano dal bantu parlato dagli schiavi angolani: in bantu cannabis si dice infatti ma-kaña.