Cannabis light e test antidroga

Cannabis light e test antidroga

Cannabis light e test antidroga

Cannabis light e test antidroga:

La cannabis light può contenere THC e dunque compromettere i risultati del drug test?

Come probabilmente saprai, la canapa legale dovrebbe contenere bassissime quantità di THC, precisamente meno dello 0,4%… ma non tutti i distributori la fanno analizzare per verificare con certezza questo dato.

Effettivamente la cannabis legale proviene da semi certificati, accuratamente selezionati per generare piante con THC quasi nullo, eppure anche la natura ha i suoi limiti e le percentuali di THC potrebbero risultare inaspettatamente più alte.

Se sei un estimatore di canapa light e la utilizzi regolarmente, è possibile che ti stia chiedendo se con l’assunzione di CBD i test antidroga possono risultare positivi e dunque controproducenti in caso di controlli di lavoro, sportivi e altri ancora.

Se assumi erba light non certificata potresti quindi risultare positivo al test antidroga perché oltre al CBD potrebbero esserci tracce di THC superiori allo 0,4%.

Cannabis light e test antidroga

Quindi il CBD non viene rilevato nei test antidroga?

Se si tratta di CBD puro no, ma non possiamo assicurarti che non succeda se fumi cannabis legale, soprattutto se non ha percentuali di THC certificate (e, naturalmente, a norma di legge).

E se acquisti estratti di CBD o prodotti derivati?

Tendenzialmente, il CBD non dovrebbe risultare nei test di rilevamento, ma se non assumi cannabidiolo puro potrebbero esserci tracce di THC nel tuo organismo. Ed è proprio il THC che fa risultare positivi i drug test.

Consigliamo in questo caso di fare delle opportune valutazioni. Per non rischiare ti consigliamo di scegliere prodotti derivati dalla canapa industriale con THC a norma di legge, dunque estratti dalla canapa legale.

È importante precisare che i test antidroga cercano il THC oppure uno dei suoi principali metaboliti, il THC-COOH, rilevabile anche quando il THC non è più in circolo nel sangue ma è ormai stato trasportato nelle cellule.

I drug test danno esito positivo quando il THC e/o il THC-COOH superano una certa soglia chiamata cut-off: i valori inferiori al cut off vengono ignorati dal test, che risulta quindi negativo.

La soglia è in genere diversa in base all’esame: i test di rilevamento delle droghe sono diversi e includono l’analisi delle urine, del sangue, del capello e della saliva. Inoltre il periodo di rilevamento dipende da numerosi fattori, tra cui la quantità di assunzione, la frequenza e l’attività del tuo metabolismo. Se assumi solo cannabis light, che presenta basse percentuali di tetraidrocannabinolo, è molto probabile che il tuo metabolismo smaltisca molto velocemente sia il THC che il suo metabolita.

Cannabis light e test antidroga

. Test antidroga dalle analisi delle urine:

Nell’urina, il metabolita THC-COOH deve avere una concentrazione di almeno 50 ng/ml (nanogrammi per millilitro) affinché il test risulti positivo. Di solito questo esame rileva il THC-COOH nelle urine per un periodo che va da 3 a 15 giorni dopo l’uso di marijuana.

Però se l’assunzione di THC è costante e in grandi quantità, il test delle urine potrebbe rilevare la sua presenza anche per 3 o 4 settimane dopo l’uso di marijuana.

. Test antidroga dalle analisi del sangue:

Il sangue è un trasportatore, dunque il THC permane per pochissimo tempo nel flusso sanguigno: il THC-COOH si rileva fino ad un massimo di una settimana dall’assunzione. Le analisi del sangue hanno un cut-off fissato a 2 ng/ml.

Per via di questa particolarità gli esami del sangue si usano come drug test solo se si ha bisogno di una risposta nell’immediato, ad esempio per verificare la guida sotto effetto di stupefacenti.

. Test antidroga dalle analisi salivari:

La saliva conserva tracce di THC e dei suoi metaboliti per poco tempo, da circa un’ora fino al massimo di un giorno dall’assunzione di cannabis.

Il test della saliva è quindi uno dei meno utilizzati o usato al massimo dalle Forze dell’ordine durante i controlli sui conducenti.

. Test antidroga dalle analisi del capello:

L’analisi del capello è il test antidroga più efficace (anche se poco utilizzato) e consente di rilevare i metaboliti del THC nei capelli per un periodo che arriva addirittura a 90 giorni. 

Tuttavia questi test sono meno pratici perché non rilevano la presenza dei residui psicoattivi di THC, ma può solo dire se la persona è una consumatrice assidua di cannabis.

Infatti una persona che entra in contatto con un consumatore di marijuana e respira fumo passivo potrebbe, teoricamente, risultare positivo ad un test tossicologico del capello.

Cannabis light e test antidroga

In conclusione diciamo anche i risultati dei test antidroga sono molto soggettivi. Cioè dipendono anche dai fattori legati all’organismo come il metabolismo (più è veloce la tua attività metabolica, più breve è il tempo in cui i cannabinodi possono essere rilevati), dal tipo di test eseguito (più è sensibile il test, maggiore è il tempo in cui può rivelare la concentrazione di THC nel tuo corpo) e che frequenza assumi cannabis.

CBD E LAVORO – RISULTA NEI TEST ANTIDROGA?

cbd e lavoro: risulta nei test antidroga?

Una delle domande più frequenti tra gli utilizzatori di cannabis light riguarda i livelli di THC contenuti nella marijuana legale e la durata della permanenza del THC nelle urine e nel sangue. Un’altro quesito che i consumatori si pongono è se il CBD risulta nelle analisi che vengono effettuate per la patente o sul lavoro. C’è davvero da preoccuparsi o si tratta di timori privi di fondamento?

Specifichiamo innanzi tutto che la sostanza “incriminata” è il THC, l’unica rilevabile mediante i test antidroga e soggetta a penalizzazione.

Quali sono i tipi di lavoro sottoposti ai test antidroga?

I controlli antidroga sul lavoro coinvolgono soprattutto gli addetti al trasporto e i lavoratori le cui mansioni comportano rischi particolari in tema di sicurezza. Ecco di seguito una lista dei tipi di lavoro soggetti ai test antidroga:

  • I conducenti di veicoli per i quali è richiesta la patente di guida
  • Gli addetti alle macchine impiegate per la movimentazione merci (muletti e simili)
  • Il personale addetto alla lavorazione e alla produzione di materiali o sostanze pericolose
  • Gli infermieri e il personale sanitario impiegato negli ambulatori privati.

Nel caso in cui i risultati fossero positivi, il lavoratore dovrà ritenersi temporaneamente inidoneo al servizio e quindi sospeso dalle sue mansioni. Tuttavia, l’esito positivo dei test antidroga non comporta la risoluzione del rapporto di lavoro: l’azienda, se lo ritiene opportuno, può scegliere di assegnare un incarico diverso al lavoratore.

la cannabis light con cbd risulta nelle analisi delle urine?

Gli esami per la ricerca di THC

Purtroppo anche la cannabis legale può esporre a dei rischi perché, sebbene il livello di THC sia relativamente basso, il suo accumulo nel corpo varia moltissimo a causa di fattori personali, come per esempio il metabolismo e il sistema di escrezione.

Il test svolto con più frequenza sul luogo di lavoro per la ricerca di tracce di sostanze stupefacenti è l’esame delle urine, un esame di laboratorio che può rilevare nel campione raccolto la presenza di tracce di THC-COOH, ovvero un catabolita (sostanza di scarto) del THC che permane nel corpo anche diverse settimane dopo l’assunzione di cannabis. Questa sostanza non è psicoattiva e quindi la sua presenza dice solo che in un passato non ben definito la persona ha introdotto nel proprio corpo THC.

A un’eventuale positività la politica aziendale spesso suggerisce un secondo controllo, ovvero gli esami del sangue che sono quelli più attendibili nel rivelare un uso recente di cannabis con accumulo di THC.

CBD E LAVORO - RISULTA NEI TEST ANTIDROGA?

Il CBD risulta nelle analisi delle urine?

Ha conseguenze legali?

Il CBD non è una sostanza psicotropa (non altera le normali capacità psichiche e fisiche della persona) e, come indicato dalla legge sulla cannabis light, non è in alcun modo vietata. Come anticipato, la presenza di CBD si accompagna spesso con un contenuto minimo di THC, uno dei cannabinoidi più importanti della canapa sativa. Il tetraidrocannabinolo è l’unico protagonista dei test antidroga ed è anche il solo elemento sottoposto a regolamentazione dalla legge italiana.

Per effetto delle recenti disposizioni relative ai prodotti contenti CBD, il contenuto di THC non può superare la soglia dello 0,2% (con una tolleranza massima pari allo 0,6%). Ciò vuol dire che la presenza di valori simili negli esami delle urine o del sangue non sono perseguibili per legge. Tuttavia, un consumo particolarmente elevato e, soprattutto, costante nel tempo, oppure una marcata predisposizione all’accumulo di metaboliti da parte dell’utilizzatore, potrebbero variare l’esito dei controlli.

Per tale motivo, nonostante la cannabis light contenga livelli bassissimi di THC, il consiglio è di essere prudenti e valutare anzitempo l’uso di prodotti legali a base di CBD. In ogni caso, chi ne fa un uso sporadico non dovrà temere alcunché.

Come qualsiasi altra cosa, infatti, canapa legale e derivati andrebbero consumati con parsimonia.

Il CBD non ha alcun effetto psicotropo, ma vanta interessanti proprietà distensive e antinfiammatorie. Inoltre alcuni estratti di CBD puro non contengono alcuna percentuale di THC. Il consumatore può quindi stare tranquillo. CBD E LAVORO - RISULTA NEI TEST ANTIDROGA?

Se il soggetto consuma cannabinoidi non psicoattivi come la cannabis light i test delle urine e del sangue dovrebbero di norma avere esito negativo, ma un consumo molto sostenuto e continuo nel tempo o una predisposizione all’accumulo di cannabinoidi potrebbero variare l’esito in modo infausto per il lavoratore sottoposto a controlli.

Per questo motivo anche se la cannabis light contiene livelli bassi di THC vi consigliamo di essere prudenti e valutare il fatto che, ad un eventuale controllo antidroga, potreste risultare comunque positivi alla ricerca di THC sia negli esami delle urine che in quelli del sangue.

La scienza conduce studi sempre più approfonditi:

Dopo essere risultati positivi ad un primo test antidroga, il campione viene solitamente inviato ad un laboratorio per una seconda analisi di conferma, attraverso un processo chiamato gascromatografia-spettrometria di massa (con la sigla GC-MS). Una volta sottoposto il campione a questo tipo di processo, le analisi non avranno alcun problema a discernere il THC dal CBD.

Tuttavia, il principale problema nell’usare un prodotto a base di CBD prima di passare un test antidroga è che non si può mai essere sicuri dei risultati, a meno che non si abbia totale fiducia nella fonte d’approvvigionamento.

Usando un olio di CBD fatto in casa, puro al 100%, difficilmente riuscirete a superare un test antidroga. Il processo d’estrazione del CBD non può essere realizzato nella cucina di casa vostra. Per cui, se volete assicurarvi di consumare un CBD puro e non contaminato, dovrete procurarvelo da una fonte affidabile.

Di per sé, i test antidroga non sono il vero problema; ciò che invece dovrebbe preoccupare è la fonte da cui proviene il CBD.

CBD E LAVORO - RISULTA NEI TEST ANTIDROGA?

In conclusione: scegli sempre prodotti certificati e di qualità!

A oggi, nel nostro paese, le leggi sono ancora poco definite, vista e considerata la “novità” della materia.

Per il momento si può affermare che, per i consumatori di prodotti con CBD, la semplice positività al test non è da considerarsi come indice di colpevolezza.

L’importante è consumare sempre e solo prodotti certificati nel corso di una filiera controllata in ogni sua fase e seguire l’evoluzione, sempre più interessante e promettente, della ricerca scientifica sui principi attivi della pianta di canapa.

Se vuoi un’alternativa senza rischi scegli il nostro olio CBD Broad Spectrum che è completamente privo di THC (ma ricco di tutte le altre componenti contenute naturalmente nella pianta di canapa) e quindi non ha controindicazioni o effetti psicoattivi e non viene rilevato nelle analisi del sangue!